venerdì 25 marzo 2011

Yu: Eroico Coraggio (a cura di Gianfranco Glielmi)

Pubblico paro paro un articolo che ho letto sul sito della Nova Invicta (team a cui sono particolarmente legato stante gli ottimi rapporti che mi legano a Giulio Candiloro ed i suoi ragazzi). L'articolo è Gianfranco Glielmi (medico louco) godetevelo http://novainvictabjj.blogspot.com/2011/03/yu-eroico-coraggio.html
Meglio ancora se sul loro blog con foto annesse.



Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire. Nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere!
Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
Mi è capitato molte volte quando sono stato in Brasile di vedere scritto quasi ovunque una frase:"Tudo posso naquele que me fortalece" ( tutto posso in colui che mi fortifica) un passo biblico della lettera ai Filippesi del nuovo testamento, la trovavi dappertutto dalla parete di una chiesa in costruzione in un quartiere povero, sulla maglietta di una venditrice ambulante finanche tatuata sulla schiena di un lottatore di jiu jitsu brasiliano.
La prima volta pensai tra me e me sarà fanatismo religioso o una sorta di frase magica come superstizione popolare nostrana alla "Gesù proteggimi"scritta su un magnete per auto, invece nei giorni seguenti mano a mano che scoprivo il Brasile e specialmente il jiu jitsu mi sono dovuto ricredere e ho capito che andava al di là della semplice scritta su un muro o sulla pelle ed era qualcosa di più profondo.


Erano le mie prime lezioni mattutine di jiujitsu nella terra verdeoro giunsi in palestra e salii per le scale che portano in cima alla sala del tatami sita su una veranda con il panorama tra i più belli del mondo.
Mentre salivo passai di fianco un signore che arrancava con delle stampelle fino in cima aiutato da un ragazzino notai che oltre ad essere diversamente abile era anche non vedente.
Mi ero appena allacciato male la cintura bianca e aspettavo il nostro istruttore di bjj per la lezione delle 9:00, ad un certo punto mentre mi riscaldavo liberamente sul tatami vidi la stessa persona diversamente abile che si presenta impeccabile con il suo kimono e la sua faxa preta.
Iniziammo la lezione e ci divisero le cinture colorate con la faxa marron e noi bianche con il professor faxa preta.
Ancora adesso ricordo bene i suoi insegnamenti sullo strangolamento di bavero una sensibilità nelle mani straordinaria ...non c'era scampo ai suoi strangolamenti.
Dopo mi inizio a correggere su molti particolari dell'armlock da montada e facemmo un pò di rolling e capì perchè era faxa preta .
Quella fu una delle più belle lezioni che abbia mai fatto in Brasile.
Si potrebbe pensare che questo sia un episodio isolato di una accademia o il modo magari di venire incontro a persone diversamente abili che non hanno avuto la fortuna di essere in grado di lottare con persone che consideriamo istintivamente "normali".
Nulla di più sbagliato e lontano nella realtà.
Non sono episodi isolati è lo spirito del guerriero , il bushido che si incarna in persone come loro.
Pensiamo ad Antonio Tenorio judoka brasiliano non vedente campione paraolimpionico per 4 volte consecutive e pensiamo a Anthony Robles campione di wrestling americano delle 125 libbre.

Se vogliamo prendere come esempio qualcuno forse più famoso lo stesso Antonio Minotauro Nogueira che ha una parte di fegato e una costa mancante per l'incidente che l'ha tenuto tra la vita e la morte per 11 mesi quando era poco meno che adolescente!

Cosa ha portato queste persone ad andare avanti?

Cosa spinge queste persone al confronto?

Che cosa prova una persona che parte non da zero ma da -100 rispetto a te?

Non credo che queste persone abbiano incontrato la luce alla "blues brothers" e siano diventati lottatori da un momento all'altro.
Loro hanno semplicemente iniziato ad allenarsi hanno avuto il coraggio di agire nonostante il loro -100.
Ogni giorno lottano con il loro demone interiore che dice: "non ce la farai mai.", "sei diverso...", "non puoi farcela!".
E' un demone che in maniera diversa si presenta a noi ogni giorno ogni momento sul tatami e fuori anche se noi non siamo a -100 di partenza.

Cari amici sono le nostre difficoltà... è la vita!!

La nostra esistenza è stata descritta in migliaia di modi : bella , brutta , fantastica, da vivere , da non vivere , da cambiare , da non cambiare mai, ma nessun filosofo , religioso o vecchio nonno contadino potrà mai dirti che la vita è facile.

E' una cazzata!

Queste persone sono i veri Eroi al pari di una mamma ed un padre che fa sacrifici per i figli lavorando.
Loro sono l'emblema del superamento del modello spartano e reincarnano il genuino spirito del samurai.
Loro ai tempi di Sparta sarebbero stati buttati giù per la rupe Tarpea invece sono qui davanti ai nostri occhi a darci l'esempio.
L'esempio è che partendo svantaggiati si può lottare e si può vincere...ma soprattutto che si DEVE lottare!


ho imparato molte cose lottando

ho imparato a perdere, ma non ad arrendermi

ho imparato a vincere , e non a sopraffare.

ho imparato che i miei fratelli sul tatami sono i miei fratelli nella vita.

Ed è forse quest'ultimo aspetto che mi affascina di più nel mondo della lotta.
Ognuno di noi ha la responsabilità dell'altro, ci siamo allenati insieme e anche se non gareggi ci sei lo stesso sul tatami in un modo o nell'altro.
Se sei in difficoltà c'è l'altro che ti sprona, se sei in difficoltà pensi devo dare l'esempio ..sono il fratello maggiore, sono quello che non molla e deve dimostrare che si deve andare fino alla fine; sembrerà strano ma la lotta pur essendo uno sport individuale ha forse il più alto senso di coesione e senso di squadra.
Questo senso di fratellanza inconsapevolmente te lo porti anche al di fuori del tatami anche con persone che di lotta ne sanno meno che io di meccanica quantistica.

"la virtù marcisce senza il confronto"

Questo è un aspetto tipico dello spirito del lottatore, ecco perchè si parla di applicare il jiu jitsu alla vita e non la vita al jiu jitsu!

il jiu jitsu non è tutto; ma la vita è jiu jitsu...

è la lotta

è la via

3 commenti:

  1. sono onorato che il mio articolo sia piaciuto a tal punto da essere anche postato sul vostro blog.
    come mi ha fatto notare Max non è la rupe tarpea ma il monte Taigeto...chiedo scusa per la confusione... ma l'ho scritto con una stanchezza addosso dopo una notte in ospedale e non mi è scappato l'errore...e grazie di avermi corretto...
    comunque è sempre un piacere ritrovare voi tutti in gara e mi dispiace non frequentarvi anche fuori per l'enorme distanza...
    un abbraccio fraterno e
    forza e onore sempre!!! OSSSSSSSSS

    Gianfranco "Medico Louco" Glielmi

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  2. Grazie a te per aver scritto questo splendido articolo Gianfranco va divulgato il + possibile.
    Giulio i nostri team sono molto simili e gestiti in maniera analoga, senza macismi piovuti dal cielo, ma allegria e duro lavoro. Da parte mia l'obiettivo è mantenere questa gestione familistica dando uno sguardo a chi come voi percorre con successo questo cammino da più tempo.
    Il dito in c. però me lo evito ihihihih
    Un grande abbraccio Andrea.

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