venerdì 22 ottobre 2010

Tratto dal Blog Rgc Molfetta - del fratello Vanni Altomare

Pubblico un post/sfogo che mi ha molto colpito scritto tempo fa dal nostro fratello Vanni Altomare qui il link http://submissionfightingunion.blogspot.com/2010/07/mi-cadono-le-braccia.html

Mi è capitato più volte, in questi ultimi mesi, di parlare con ragazzi della mia città, che praticano arti marziali da non molto tempo, al massimo qualche anno, in particolare in discipline diverse dalla mia, riguardo i soliti argomenti che interessano tanto i giovani marzialisti di oggi. I soliti argomenti sono quelli di cui si parla oramai superabbondantemente sul web, su facebook, su tutti i blog di settore: l'MMA, gli incontri, quale lottatore sia più forte, ecc...
Inoltre, da qualche tempo, sto leggendo sempre con maggiore frequenza, blog di vari personaggi più o meno illustri nel mondo del BJJ, che sostengono con forza, (e aggiungo finalmente!), l'arretratezza e la falsità di tutte quelle discipline, tradizionali o ultra moderne, che si propongono infallibili metodi di difesa personale o peggio, mistiche forme di combattimento.
In particolare, l'attenzione di questi esperti, e con esse la mia, si scaglia sulla figura del falso maestro, che pur di preservare il prestigio e l'autorevolezza della propria figura, si esonera dal confronto agonistico, adducendo a suo favore, motivazioni di qualunque tipo.
Ancora peggio, si delinea la figura del sedicente esperto degli sport da combattimento moderni, primo fra tutti il tanto nominato MMA.
Proprio in questi giorni, leggendo l'ennesima pagina di Facebook di denuncia di questi ciarlatani, e ricordando alcune parole scambiate con alcuni ragazzi, mi sono reso conto di quanto sia desolante la realtà dei fatti nella mia città!
Scrivo queste due righe con l'intento, non di unirmi alla schiera di esperti e atleti, già numerosi, che gridano forte quanto sia allucinante lo stato di queste discipline in italia, perché sarei ripetitivo e potrei aggiungere ben poco a quanto già si può leggere in giro.
Mi sono fermato a meditare solo sulla situazione che avverto nella mia città, perchè ritengo di essere stato uno dei primi, se non il primo sul territorio, a dedicarmi a queste discipline in modo serio, avvalendomi della collaborazione di persone davvero competenti.
Sono passati 10 anni da quando ho praticamente lasciato il judo e ho cominciato a dedicarmi esclusivamente al grappling, all'inizio sicuramente in modo approsimativo e improvvisato, ma poi mi sono preoccupato di crescere e cercare altrove e da persone qualificate ciò che non potevo trovare qui.
Ho dismesso la mia cintura nera, in favore di una bianca di BJJ, che poi è recentemente diventata blu... dopo 10 anni!
Spesso mi rammarico di non aver avuto l'intelligenza di cominciare prima questo percorso di ricerca, perché sicuramente ora sarei stato al pari di chiunque altro abbia praticato il vero BJJ per 10 anni.
Ma alla fine il tempo non è andato del tutto sprecato, ed una cintura non rappresenta a pieno il back ground acquisito in tanti anni di pratica in altre discipline lottatorie. Quel che conta e aver avuto la capacità di capire cosa è meglio per la propria crescita e aver preso le decisioni giuste.
Tutto questo mi fa ancora più prendere coscienza di quanto sia disarmante la situazione a Molfetta!!!
I falsi maestri sono ovunque... nascosti in piccoli box, nei quali si allenano e allenano, più o meno in buona fede, o in blasonate palestre con tanto di manifestoni e locandine di propaganda, in cui si arrecano competenze quantomai improbabili!!!
Gente che, in passato, ha avuto qualche piccola soddisfazione in una disciplina, per magia diventa maestro, e ancora di più, si arreca il titolo di esperto in MMA (termine che ultimamente comincia a darmi la nausea...), e ancora peggio, provoca una sorta di lavaggio del cervello dei suoi atleti, che per la fiducia che naturalmente ripongono nella loro figura di riferimento, non sono più in grado di discernere da soli il giusto dallo sbagliato.
Schiere di giovani ragazzi, alcuni anche molto dotati, vengono tenuti gelosamente lontani dal parlare o frequentare altre palestre, per evitare che la differenza salti agli occhi!!
Gelosie, ostruzionismi, invidie infantili e quant'altro, sono il tipico comportamento di chi sa di non sapere, ma vuole comunque apparire!
Questo comportamento medioevale e oscurantista, è il cancro per ogni tipo di conoscenza e sviluppo, soffoca il diffondersi di queste discipline che, anche se già abbondantemente propagandate tramite la rete, non sono per niente note se non in modo molto confuso.
Onestamente comincio ad averne abbastanza di questo stato di cose.
Avrei voluto un ambiente in cui le porte di ogni palestra sono sempre aperte, dove non ci si contende il titolo di campione dell'oratorio e dove ci si preoccupa di rubare tecnica al proprio vicino, piuttosto che rubare iscritti! Ma le cose non stanno così e la gente comune, quella interessata alla disciplina, ma inesperta, non è in grado di distinguere il buon istruttore dal falso maestro. La gente vede quanti muscoli hai, quant'è bella la divisa che porti o quanto teatrali sono le tecniche che sai eseguire. Sa che sei "Campione del Mondo", ma non sa di quale assurda e sconosciuta federazione, sa che hai vinto tale gara, ma non sa che hai combattuto nella categorie principianti...ed eri solo.
Tutto questo è Molfetta...
Io non sono un grande maestro, non mi sono mai fregiato di questo titolo, non ho mai vietato ai miei ragazzi di frequentare un altro gruppo o di partecipare ad uno stage, non ho mai vietato a nessuno di prendere parte ai nostri allenamenti, e non mi sono mai risparmiato di lottare con nessuno davanti ai miei ragazzi. Anzi, ho sempre combattuto in ogni competizione a cui i miei ragazzi hanno preso parte, e non mi sono mai risparmiato di vincere, ma soprattutto di perdere, un incontro davanti a loro, non mi vergogno di fare sparring con loro, e battere la mano sul tatami, quando sono più bravi di me.
Sono solo un agonista che per forza di cose si trova a gestire un gruppo di studio, solo perché non c'è nessun altro che potrebbe farlo al mio posto. Essere un istruttore comporta un insieme di responsabilità, piccole e grandi, che mi assumo solo per l'affetto e l'amicizia che nutro verso i miei ragazzi, e per ringraziarli delle soddisfazioni che mi danno. Ma se ne avessi la possibilità mi dedicherei di più al mio allenamento, alla ricerca e alle competizioni.
Spero che questo sfogo servi a far aprire gli occhi a qualcuno dei ragazzi che, loro malgrado, si trovano ad essere vittima di questi individui.
Se quello che vi interessa davvero è crescere, abbiate il coraggio di cambiare e di fare ciò che ritenete meglio per voi.

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