Brazilian Jiu Jitsu, Luta livre e Grappling a Genova http://spartamma.blogspot.it/
mercoledì 28 aprile 2010
martedì 27 aprile 2010
Infortunio e famiglia
L’infortunio è la peggior cosa dopo il ritiro che può capitare ad un’atleta agonista, brucia più della sconfitta, da quest’ultima si impara e si torna più forti, dagli infortuni purtroppo no, ogni trauma, ogni lesione, ogni frattura indebolisce spirito e corpo, ti fa perdere occasioni e ti allontana dalla pratica, ti abbatte il morale e ti deprime.
Personalmente sin dall’età di 14 anni ho dovuto convivere ciclicamente con le solite magagne cui la stragrande maggioranza degli atleti agonisti deve fare i conti. Fa parte del mestiere e non bisogna piangersi addosso.
Col tempo ho imparato a preservarmi maggiormente, aumentare lo stretching, stare attento all’alimentazione al riscaldamento, però non ne sono mai stato completamente esente ahimè (troppe fibre bianche mi dicono), ogni anno qualche acciacco più o meno grave ha sempre bussato alla porta allontanandomi dalle competizioni e dagli allenamenti. Invero il più delle volte il vero nemico è la fretta, la voglia di rientrare di bruciare le tappe (come questa volta).
Eccomi qui a scrivere, forse solo per esorcizzare quest’ombra dopo l’ennesimo strappo … allo sport ed alle arti marziali ho regalato tre operazioni, deviazioni del setto nasale, orecchie siringate, coste incrinate, lesioni ad ogni articolazione, occhi tumefatti, labbra, unghie spaccate, algie in ogni dove ed ogni tipo di stiramento……e per che cosa?: per la gloria (per soldi di certo no), per provare qualcosa a se stessi, per fare il bullo in giro, per millantare, per raccontare esperienze, per orgoglio, per il rispetto…
La ragione (almeno nel mio caso) è la passione, la ragione è la propria natura, la ragione è quell’irrefrenabile spinta interna che uno ha di competere ed andare oltre ai propri limiti. Combattere contro la pigrizia e l’apatia.
Adesso da infortunato, mi guardo indietro (come sempre), rivedo il me stesso ventenne con voglia di sbattersi al minimo e penso alle occasioni perse, al talento sprecato, ai cattivi consiglieri ed ai pessimi esempi.
Provo grande rimorso per il tempo buttato via e considero la pigrizia adolescenziale come un infortunio, compito di un istruttore è trasmettere la propria passione, non la voglia di competere quella trova terreno fertile solo in chi ha il fuoco dell’agonismo dentro, chi vive la pratica come ricerca deve trovare gli stimoli nella voglia di migliorarsi e nella continua ricerca che il brazilian Jiu jitsu ti offre (non si finisce mai di imparare, si evolve e si matura), nel far parte di un gruppo e crescere all’interno dello stesso (in armonia si, ma in totale libertà).
A volte si chiude una porta e si apre un portone dicono… questo non lo so, il tempo a prepararsi andato in fumo, le diete, gli incontri di avvicinamento ad un grande appuntamento, le aspettative, tutto a puttane, tutto fa parte del ciclo di esperienze dell’atleta si dice. Forse è vero ed anche di questo ne farò tesoro.
Qualcuno mi ha detto ironicamente che muscoril e voltaren sono il pane dell’atleta anziano (questa frase ha un fondo di verità). Anti infiammatori, miorilassanti e massaggi (assieme all’amico ghiaccio) sono la terapia, io credo che il nostro pane sia il sacrificio e la voglia di non mollare, di tornare a dare battaglia di restare il più possibile sulla materassina quale luogo dove esprimere se stessi e la propria natura.
Questa lontananza forzata dagli allenamenti mi ha dato però l’opportunità di riflettere ed osservare dall’esterno il nostro piccolo arcigno gruppo, mi sono compiaciuto nel vedere giovani e meno giovani dedicarsi all’arte con tanta abnegazione, osservarne i progressi giorno dopo giorno, vedere che il legame tra loro prescinde dal semplice allenamento.
Alle volte è sufficiente fermarsi per godersi quello che si ha. Osservando loro vedo che il tempo “perso” per gli infortuni non è poi così “perso”, infine stare lontano dalla materassina non vuol dire stare lontano dal gruppo, vedere l’interessamento di chi è distante (come lo sceriffo) e chiede informazioni sulle gare e sui progressi dei ragazzi ha un valore enorme per me e le parole fratello e famiglia che spesso vengono utilizzate in maniera impropria nelle arti marziali, assumono un nuovo valore.
Personalmente sin dall’età di 14 anni ho dovuto convivere ciclicamente con le solite magagne cui la stragrande maggioranza degli atleti agonisti deve fare i conti. Fa parte del mestiere e non bisogna piangersi addosso.
Col tempo ho imparato a preservarmi maggiormente, aumentare lo stretching, stare attento all’alimentazione al riscaldamento, però non ne sono mai stato completamente esente ahimè (troppe fibre bianche mi dicono), ogni anno qualche acciacco più o meno grave ha sempre bussato alla porta allontanandomi dalle competizioni e dagli allenamenti. Invero il più delle volte il vero nemico è la fretta, la voglia di rientrare di bruciare le tappe (come questa volta).
Eccomi qui a scrivere, forse solo per esorcizzare quest’ombra dopo l’ennesimo strappo … allo sport ed alle arti marziali ho regalato tre operazioni, deviazioni del setto nasale, orecchie siringate, coste incrinate, lesioni ad ogni articolazione, occhi tumefatti, labbra, unghie spaccate, algie in ogni dove ed ogni tipo di stiramento……e per che cosa?: per la gloria (per soldi di certo no), per provare qualcosa a se stessi, per fare il bullo in giro, per millantare, per raccontare esperienze, per orgoglio, per il rispetto…
La ragione (almeno nel mio caso) è la passione, la ragione è la propria natura, la ragione è quell’irrefrenabile spinta interna che uno ha di competere ed andare oltre ai propri limiti. Combattere contro la pigrizia e l’apatia.
Adesso da infortunato, mi guardo indietro (come sempre), rivedo il me stesso ventenne con voglia di sbattersi al minimo e penso alle occasioni perse, al talento sprecato, ai cattivi consiglieri ed ai pessimi esempi.
Provo grande rimorso per il tempo buttato via e considero la pigrizia adolescenziale come un infortunio, compito di un istruttore è trasmettere la propria passione, non la voglia di competere quella trova terreno fertile solo in chi ha il fuoco dell’agonismo dentro, chi vive la pratica come ricerca deve trovare gli stimoli nella voglia di migliorarsi e nella continua ricerca che il brazilian Jiu jitsu ti offre (non si finisce mai di imparare, si evolve e si matura), nel far parte di un gruppo e crescere all’interno dello stesso (in armonia si, ma in totale libertà).
A volte si chiude una porta e si apre un portone dicono… questo non lo so, il tempo a prepararsi andato in fumo, le diete, gli incontri di avvicinamento ad un grande appuntamento, le aspettative, tutto a puttane, tutto fa parte del ciclo di esperienze dell’atleta si dice. Forse è vero ed anche di questo ne farò tesoro.
Qualcuno mi ha detto ironicamente che muscoril e voltaren sono il pane dell’atleta anziano (questa frase ha un fondo di verità). Anti infiammatori, miorilassanti e massaggi (assieme all’amico ghiaccio) sono la terapia, io credo che il nostro pane sia il sacrificio e la voglia di non mollare, di tornare a dare battaglia di restare il più possibile sulla materassina quale luogo dove esprimere se stessi e la propria natura.
Questa lontananza forzata dagli allenamenti mi ha dato però l’opportunità di riflettere ed osservare dall’esterno il nostro piccolo arcigno gruppo, mi sono compiaciuto nel vedere giovani e meno giovani dedicarsi all’arte con tanta abnegazione, osservarne i progressi giorno dopo giorno, vedere che il legame tra loro prescinde dal semplice allenamento.
Alle volte è sufficiente fermarsi per godersi quello che si ha. Osservando loro vedo che il tempo “perso” per gli infortuni non è poi così “perso”, infine stare lontano dalla materassina non vuol dire stare lontano dal gruppo, vedere l’interessamento di chi è distante (come lo sceriffo) e chiede informazioni sulle gare e sui progressi dei ragazzi ha un valore enorme per me e le parole fratello e famiglia che spesso vengono utilizzate in maniera impropria nelle arti marziali, assumono un nuovo valore.
lunedì 26 aprile 2010
2° RIO GRAPPLING CUP OPEN
2° RIO GRAPPLING CUP OPEN
Competizione Open, maschile e femminile, aperta ad Atleti italiani e stranieri (anche non residenti in Italia)
maggiori di 16 anni di età. Per partecipare alla competizione non è necessaria l'affiliazione della Società o
Associazione Sportiva e il tesseramento degli atleti alla FIGR o alla FIJLKAM. Premi in denaro per i
vincitori di ogni categoria di peso.
DATA: domenica 23 Maggio 2010.
SEDE: Palasport La Bastia - Via Marco Mastacchi 188, LIVORNO. Ingresso gratuito al pubblico.
ORGANIZZAZIONE: Società Sportiva "RIO GRAPPLING CLUB ITALIA" di Livorno del Maestro
Bernardo Serrini in collaborazione con la Federazione Italiana Grappling (FIGR).
ISCRIZIONE ALLA GARA: entro mercoledì 19 Maggio 2010 sul sito internet www.figr.it (sull'home
page cliccare su "Iscrizione 2° Rio Grappling Cup" che si trova sotto la locandina della gara). E'
obbligatoria l'iscrizione alla gara on-line entro il termine suddetto. Non sarà possibile iscriversi in sede di
gara. La categoria di peso scelta al momento dell'iscrizione on-line alla gara non è vincolante. Il pagamento
della quota di iscrizione deve essere effettuato al controllo del peso il giorno della gara. La quota di
iscrizione è di 20 euro per gli atleti tesserati alla FIGR o alla FIJLKAM e di 30 euro per i non tesserati.
ORARIO INIZIO DELLA GARA: ore 10:30
REGOLAMENTO DI GARA: Regolamento Internazionale di Grappling della FILA consultabile in
lingua italiana sui siti internet www.figr.it e www.fijlkam.it (ultima modifica 23 aprile 2010). In deroga al
regolamento ufficiale, gli atleti non dovranno obbligatoriamente indossare una rash guard blu o rossa ma,
come alle precedenti competizioni, indosseranno alla caviglia una cavigliera di colore rosso o blu che sarà
fornita dall'organizzazione.
DURATA DEGLI INCONTRI: 5 minuti effettivi + 1 minuto eventuale di overtime.
SERIE: gli Atleti in base alla loro esperienza nella disciplina potranno iscriversi al torneo di 1° serie o di 2°
serie. Il torneo di 2° serie è consigliato agli atleti che praticano Grappling o altro sport di lotta da meno di 3
anni e alle cinture bianche e blu di BJJ; il torneo di 1° serie è consigliato agli atleti che praticano Grappling o
altro sport di lotta da più di 3 anni e alle cinture viola, marroni e nere di BJJ.
CATEGORIE DI PESO:
Uomini: 60, 65, 70, 75, 80, 90, 110 Kg, Assoluto
Donne: 55, 65 Kg.
CONTROLLO DEL PESO: il controllo del peso degli atleti sarà effettuato domenica 23 Maggio 2010
dalle ore 8:00 alle ore 09:30 presso la sede di gara. Durante il controllo del peso gli atleti devono indossare
i calzoncini da grappling o la biancheria intima.
Non sarà concessa nessuna tolleranza sul peso e si invitano gli atleti e gli allenatori a non chiedere deroghe
a questa regola.
Al momento del controllo del peso gli atleti devono presentare un documento di identità valido che attesti
l'età e pagare la quota di iscrizione. La quota di iscrizione è di 20 euro per gli atleti tesserati alla FIGR o
alla FIJLKAM e di 30 euro per i non tesserati. Gli atleti tesserati alla FIJLKAM devono presentare la
licenza federale. Inoltre tutti gli atleti devono firmare un documento in cui dichiarano di aver conseguito
l'idoneità alla visita medica per lo svolgimento dell'attività sportiva agonistica e di possedere il relativo
certificato medico previsto dalla legge e in corso di validità. Non è necessario portare il certificato medico
alla gara.
ETA' DEGLI ATLETI: Gli Atleti devono avere 16 anni compiuti. Gli atleti minorenni per partecipare alla
gara devono presentare il consenso scritto dei genitori. I Presidenti delle Società Sportive sono responsabili
del controllo e del rispetto di queste regole da parte degli Atleti.
SISTEMA DELLA COMPETIZIONE: eliminazione diretta con ripescaggio. Saranno ripescati gli atleti
che perderanno contro i due finalisti. Nelle categorie con meno di 6 atleti sarà usato il girone all'italiana.
PREMI:
100 EURO AL PRIMO CLASSIFICATO 1° SERIE, MEDAGLIE 1°, 2°, 3° CLASSIFICATO PER ENTRAMBE LE SERIE.
mercoledì 21 aprile 2010
lunedì 19 aprile 2010
Rgc Sestri Presente
Italiani Figr Santa Marinella (Roma) 18 aprile 2010
Si parte in quattro da Sestri io in veste di coach (ahimè per l’infortunio che mi tiene lontano dalle materassine da quasi un mese) Coccolino alias Federico Dentone, Mono alias Alessio Azara e l’Incu alias Leonardo Moscatelli.
Partenza ignorante 2:10 del pomeriggio da Sestri Levante con tappa a Spezia a recuperare l'incu(sopra di un kg e mezzo)…arrivo in notturna a Santa Marinella (alloggio nella locanda da noi ribattezzata “il sorcio” ...la ragione è evidente) cena con tutti i fratelli in loco Bologna e Livorno.E nanna (per modo di dire)
Dopo le operazioni di peso mattutine il primo a scendere sulla materassina è Coccolino alias FEDERICO DENTONE la cat è la -90 classe C (non è un amante della lotta ma da lui mi aspetto molto)…che dire non mi delude sale per primo sulla materassina proietta il primo avversario con autorità, gestisce dalla monta tutto il match con una pressione continua.
Il secondo incontro è a distanza di 7 ore (solita nota dolente dei tornei con così tanta gente) lotta con un ragazzo forte fisicamente lo proietta e va in monta e piazza una ghigliottina rovesciata (sottomissione e va in finale)….bella lì
In finale incontra una coriaceo atleta che lo mette sotto di un punto nei primi due minuti (a causa di una distrazione del nostro portacolori), dopo di che grazie al super cardio frutto dei sacrifici del ragazzo porta a segno un’ottima proiezione da presa alla testa e conclude con un pregevole strangolamento. Grande Fratello campione italiano – 90 classe C (altri soddisfazioni ti aspettano se continui ad allenarti con questa dedizione e questa serietà). Cuore e acciao e cambio di categoria per lui.
L’incu (Leonardo moscatelli) fa la - 70 classe C categoria densissima ed a digiuno forzato per entrare in categoria. Il primo incontro è molto combattuto con vari rovesciamenti di fronte lo vince grazie ad un ritmo forsennato (con all’angolo Bernardo e Menna ad incitarlo e dirigerlo io ero da coccolino chiamato in anticipo sulla materassina) vittoria di misura strameritata. Il secondo incontro lo chiude con un pregevole mataleao dopo essere andato in vantaggio di svariati punti, si ferma ai quarti con una sconfitta ai punti in recupero e perdendo una grande occasione, non riuscendo a consolidare una back mount sul finire . Il ragazzo ha spirito di sacrificio ed un cuore enorme migliora giorno dopo giorno, è uno di quelli che fa incontri spettacolari (il mio appunto è uno solo consolidare le posizioni e da lì ripartiremo la categoria è tranquillamente alla tua portata fratello).
Alessio Azara MONO 17 anni 61,8 alla bilancia cat – 65 classe C ancora con gente più pesante ancora tranquillo e vincente. Il primo incontro lo vince bene ..anzi benissimo viene proiettato … poco male ha un triangolo naturale, non faccio in tempo a dirlo a Serrini che sta al mio fianco che lo piazza e lo chiude. Ottimo. Nel secondo match incontra il vincitore della categoria solita partenza a rallentatore viene proiettato e piazza un triangolo, il suo avversario fa battistacca (l’arbitro invece di squalificare l’avversario da un punto ad alessio, ma li fa ripartire in piedi ????? no comment)…dopodichè viene pescato in chiave al piede (questa volta solida) e cede con un avversario preparato.
Viene ripescato ed affronta altri due incontri, il primo vinto magistralmente in pochi secondi, proiezione monta finalizzazione. Il secondo per il bronzo combattutissimo che lo vede vincente per un punto anche lui grande cardio.
Soddisfatto orgoglioso dei progressi di questi giovani e del nostro gruppo. Fiero delle Fiere
Capitolo Rio Grappling. Che dire campioni Italiani a squadre amicizie vere un gruppo unitissimo. Grandi atleti e giovani promesse. Medaglie in praticamente tutte le categorie. Dalla prima serie alla terza.
Un saluto a tutti i compagni e fratelli un abbraccio agli amici Simone Baldi, Gianluca Boni, Stefano Raspadori, Alessio Rimella, Pierandrea Petazzi e tutti i ragazzi dell’Emilia Romagna, Alessio Di Liberti, Valerio Ubaldini e i ragazzi di Livorno, Mattia Machelli e Marco Longo con i ragazzi di Firenze, Vanni Altomare e tutti i ragazzi dalla Puglia. Un ringraziamento particolare a Bernardo Serrini che nonostante l’impareggiabile bruttezza ha il pregio di tenere unita ed aver creato una famiglia come la nostra cui sono fiero di far parte.
Fiero delle fiere
sabato 10 aprile 2010
Intervista di Martial Art philosophy al Maestro Saverio Longo, presidente della federazione Italiana Grappling
Qui sotto riporto senza alcuna aggiunta l'intervista in oggetto.
Saverio Longo oltre ad essere il presidente della federazione è anche istruttore del Grappling Clan Roma. Condividendone appieno il pensiero ho deciso di riportarla integralmente. In calce il link del sito Martial Art philosophy
Intervista di Martial Philosophy
Al Maestro: Saverio Longo
Si presenti
Mi chiamo Saverio Longo, ho 40 anni, e sono il fondatore e il Presidente della Federazione Italiana Grappling www.figr.it , riconosciuta dalla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali riconosciuta dal CONI).
Quale è stata la sua esperienza nel mondo delle arti marziali ?
Ho iniziato a 14 anni la pratica delle arti marziali/sport di combattimento. Ho praticato a livello agonistico kick boxing, lotta libera, lotta greco-romana, judo e Grappling.
Che cosa ha trovato nelle arti marziali ?
Le arti marziali/sport di combattimento agonistici sono un’ottima forma di esercizio fisico che, oltre a rafforzare il corpo e il carattere, insegnano valori che purtroppo al giorno d’oggi si stanno perdendo come il rispetto dell’avversario e delle regole, la lealtà, il sacrificio, l’umiltà. Allontanano quindi i nostri ragazzi da quella violenza stupida e vigliacca di cui purtroppo abbiamo spesso un esempio nel mondo del calcio. Inoltre le arti marziali/sport di combattimento agonistici accrescono il coraggio, il benessere psico-fisico, l’autostima e la determinazione.
Ma le arti marziali/sport di combattimento praticati a livello agonistico non sono per tutti perché il combattimento e il contatto fisico con l’avversario richiedono un’attitudine specifica che non tutti possiedono. È una predisposizione caratteriale che deriva da fattori genetici, bisogna nascere con il carattere del combattente, non ci si può diventare. Sottolineo doti caratteriali e non fisiche perché si può essere molto dotati fisicamente ma se non si ha il carattere del combattente non si diventerà mai dei buoni agonisti di arti marziali/sport di combattimento.
Ci parli della sua arte o sistema
Il Grappling è uno stile di lotta che si svolge in piedi e a terra (anche se è specializzato nella lotta a terra) finalizzato alla sottomissione dell'avversario senza l'utilizzo delle percussioni. La sottomissione, che può essere uno strangolamento, una leva ad un'articolazione o una presa dolorosa, è una tecnica che costringe l'avversario ad arrendersi. Oltre che con una sottomissione è possibile vincere un combattimento guadagnando più punti tecnici. Si ottengono punti tecnici nella lotta in piedi portando a terra l’avversario e nella lotta a terra conquistando una posizione di dominio o ribaltando l’avversario.
Il Grappling permette di scaricare l’aggressività e lo stress ed è ottimo per rimanere in forma divertendosi. Essendo poi molto sicuro è praticabile da tutti, uomini e donne, adulti e bambini. Il contatto fisico con l’avversario aiuta a superare blocchi psicologici e insicurezze caratteriali e aiuta a meglio rapportarsi con le altre persone.
Il Grappling è stato creato unendo gli stili di lotta che si sono dimostrati più efficaci negli incontri di Mixed Martial Arts (arti marziali miste) ossia la lotta libera (la migliore disciplina per la lotta in piedi e per portare a terra l'avversario) e le discipline specializzate nella lotta a terra (jiu jitsu brasiliano No-Gi, luta livre brasiliana e catch wrestling).
Il grappling quindi è una parte fondamentale delle Mixed Martial Arts (MMA), sport di combattimento in cui è consentito sia colpire che lottare. Le MMA (nate in Brasile e originariamente chiamate Vale Tudo) diventarono popolari a livello internazionale negli anni 90 grazie ai primi tornei americani UFC dove si confrontavano combattenti di diversi stili per individuare l’arte marziale o lo sport di combattimento realmente più efficace. Gli spettatori di tutto il mondo rimasero colpiti nel vedere come gli esperti delle discipline che oggi costituiscono il grappling prevalevano facilmente sui loro avversari non colpendoli con pugni e calci, ma portandoli a terra e costringendoli ad arrendersi con strangolamenti o con leve articolari e senza provocargli alcun danno fisico. Fu una grande rivoluzione nel campo delle arti marziali e degli sport di combattimento: fu possibile finalmente rendersi conto di quali erano le arti marziali veramente efficaci in un combattimento reale e quali erano solo bufale vendute, spesso a caro prezzo, da impostori e truffatori che sfruttavano l'ignoranza e la credulità dei praticanti. Grazie alle MMA quindi si sono riuscite a smascherare le arti marziali-truffa ossia quelle arti marziali che insegnano a difendersi ma senza combattere mai. Le prime competizioni di MMA (in cui si combatteva a pugni nudi e con regole più permissive rispetto ad oggi) dimostrarono: 1) che tutte le arti marziali che non prevedono competizioni agonistiche (es. wing tsun, krav maga, ecc...) sono completamente inefficaci in un combattimento reale (per il principio: senza combattere non si può imparare a combattere). Ci fu un dominio assoluto delle arti marziali e degli sport di combattimento che prevedono competizioni agonistiche (lotta, jiu jitsu brasiliano, luta livre, judo, thai boxe, kick boxing, boxe, ecc...) rispetto alle arti marziali che non prevedono competizioni agonistiche. 2) che gli atleti delle discipline di striking (dove si combatte con pugni e calci) erano rapidamente sconfitti nei combattimenti con gli atleti delle discipline di grappling per una serie di ragioni tra cui le principali sono: l'assenza dei guantoni (ottenere il ko con un colpo a mani nude è più difficile e senza la protezione dei guantoni le mani possono fratturarsi quando si colpisce), la maggiore forza fisica dei lottatori e l'assoluta incapacità degli strikers nel combattimento corpo a corpo sia in piedi che a terra.
Ci descriva una lezione tipo
Una prima parte di riscaldamento con esercizi propedeutici, una seconda parte in cui si provano alcune tecniche spiegate dall’Insegnante e poi tanta tanta tanta lotta.
Pensa che la sua arte sia un valido sistema di difesa personale, e se lo è in che modo ?
Sono convinto che il Grappling sia uno dei migliori sistemi di difesa personale esistenti.
Le MMA infatti hanno dimostrato che il Grappling, tra tutte le arti marziali e gli sport di combattimento, è il sistema più efficace per il combattimento reale a mani nude e per la difesa personale. E' il miglior metodo di difesa personale anche perchè permette di imparare a difendersi senza farsi male ed in particolare, essendo una lotta che si svolge prevalentemente al suolo, è per le donne il miglior metodo di difesa personale contro le violenze sessuali. Infine proprio per la sua particolarità di insegnare a neutralizzare l’avversario senza ferirlo è ottimo per l’addestramento degli operatori di polizia che hanno il difficile compito di difendere se stessi e gli altri ma senza provocare danni fisici agli aggressori.
Si sente un maestro di vita ?
Io cerco di essere solo un buon Maestro di Grappling. Nel mondo delle arti marziali però ho purtroppo constatato che esiste una particolarità non presente in altri sport ossia che ci sono molti insegnanti truffatori e venditori di fumo e molti insegnanti farabutti che sfruttano la debolezza psicologica dei loro allievi per plagiarli e diventare i loro maestri di vita. Non ho mai trovato un maestro di vita o un truffatore tra gli insegnanti di altri sport come il basket, il tennis, il nuoto, ecc… Questo mi porta a pensare che alcune persone deboli psicologicamente si rifugiano nelle arti marziali per superare le loro insicurezze. Il maestro davanti a tali soggetti ha una grande responsabilità, sapendo che ha una forte influenza su di loro, deve sforzarsi di essere un buon esempio. Il consiglio che poi mi sento di dare alle persone che cercano un maestro di vita nelle arti marziali è di andare da uno psicologo che sicuramente è più competente di un maestro di arti marziali.
Io nel mio piccolo cerco di rafforzare lo spirito critico nei miei allievi, ossia la capacità di pensare e ragionare con la propria testa, qualità essenziale per diventare uomini maturi. Gli consiglio di non seguire in modo acritico né maestri di vita né la massa ma di essere mentalmente liberi. Comunque non mi piacciono quei maestri di arti marziali che plagiano a tal punto i loro allievi da farli diventare dei soldatini che eseguono i loro ordini. Per me lo sport è solo sport, e non mi piace chi fa entrare nello sport la politica, la religione, l’esoterismo, la filosofia, il militarismo. Secondo me sbaglia chi fa della propria arte marziale/sport di combattimento una religione. Secondo me sbagliano quei tradizionalisti che, per difendere la loro arte marziale/sport di combattimento dalla concorrenza di altri stili, si chiudono a riccio e denigrano le altri arti marziali/sport di combattimento. Come è stato dimostrato dalle MMA con il confronto tra i diversi stili le arti marziali crescono e migliorano. La paura del confronto deriva dalla paura di perdere qualcosa (prestigio, denaro, potere). I miei consigli sono: diffidate dei maestri che insegnano a combattere senza aver mai combattuto; diffidate dei maestri che vendono a caro prezzo cinture, gradi, qualifiche, titoli o diplomi; diffidate dei maestri che vi chiedono continuamente soldi, tanti soldi, per insegnarvi la loro arte marziale.
Un commento sulle arti marziali di oggi
Per fortuna l’avvento delle MMA ha fatto un po’ di pulizia nel mondo delle arti marziali. Oggi è sicuramente più difficile per un maestro di arti marziali poter dire io conosco il colpo segreto, io sono imbattibile, perché ci sono le MMA, c’è youtube, c’è internet e …… le bugie hanno le gambe corte.
Progetti per il futuro ?
Come Presidente della Federazione Italiana Grappling spero di riuscire a divulgare e a far crescere il più possibile il Grappling in Italia. Conoscendo la mentalità italiana so che non è un lavoro facile ma ci metterò tutto il mio impegno e ringrazio di cuore tutte le persone (non le elenco perché sono troppe) che mi stanno aiutando in questo progetto.
"questa intervista ed altre sono individuabili sul sito martial art philosophy"
http://www.martialphilosophy.tv/index.php/component/content/article/92-saverio-longo
Saverio Longo oltre ad essere il presidente della federazione è anche istruttore del Grappling Clan Roma. Condividendone appieno il pensiero ho deciso di riportarla integralmente. In calce il link del sito Martial Art philosophy
Intervista di Martial Philosophy
Al Maestro: Saverio Longo
Si presenti
Mi chiamo Saverio Longo, ho 40 anni, e sono il fondatore e il Presidente della Federazione Italiana Grappling www.figr.it , riconosciuta dalla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali riconosciuta dal CONI).
Quale è stata la sua esperienza nel mondo delle arti marziali ?
Ho iniziato a 14 anni la pratica delle arti marziali/sport di combattimento. Ho praticato a livello agonistico kick boxing, lotta libera, lotta greco-romana, judo e Grappling.
Che cosa ha trovato nelle arti marziali ?
Le arti marziali/sport di combattimento agonistici sono un’ottima forma di esercizio fisico che, oltre a rafforzare il corpo e il carattere, insegnano valori che purtroppo al giorno d’oggi si stanno perdendo come il rispetto dell’avversario e delle regole, la lealtà, il sacrificio, l’umiltà. Allontanano quindi i nostri ragazzi da quella violenza stupida e vigliacca di cui purtroppo abbiamo spesso un esempio nel mondo del calcio. Inoltre le arti marziali/sport di combattimento agonistici accrescono il coraggio, il benessere psico-fisico, l’autostima e la determinazione.
Ma le arti marziali/sport di combattimento praticati a livello agonistico non sono per tutti perché il combattimento e il contatto fisico con l’avversario richiedono un’attitudine specifica che non tutti possiedono. È una predisposizione caratteriale che deriva da fattori genetici, bisogna nascere con il carattere del combattente, non ci si può diventare. Sottolineo doti caratteriali e non fisiche perché si può essere molto dotati fisicamente ma se non si ha il carattere del combattente non si diventerà mai dei buoni agonisti di arti marziali/sport di combattimento.
Ci parli della sua arte o sistema
Il Grappling è uno stile di lotta che si svolge in piedi e a terra (anche se è specializzato nella lotta a terra) finalizzato alla sottomissione dell'avversario senza l'utilizzo delle percussioni. La sottomissione, che può essere uno strangolamento, una leva ad un'articolazione o una presa dolorosa, è una tecnica che costringe l'avversario ad arrendersi. Oltre che con una sottomissione è possibile vincere un combattimento guadagnando più punti tecnici. Si ottengono punti tecnici nella lotta in piedi portando a terra l’avversario e nella lotta a terra conquistando una posizione di dominio o ribaltando l’avversario.
Il Grappling permette di scaricare l’aggressività e lo stress ed è ottimo per rimanere in forma divertendosi. Essendo poi molto sicuro è praticabile da tutti, uomini e donne, adulti e bambini. Il contatto fisico con l’avversario aiuta a superare blocchi psicologici e insicurezze caratteriali e aiuta a meglio rapportarsi con le altre persone.
Il Grappling è stato creato unendo gli stili di lotta che si sono dimostrati più efficaci negli incontri di Mixed Martial Arts (arti marziali miste) ossia la lotta libera (la migliore disciplina per la lotta in piedi e per portare a terra l'avversario) e le discipline specializzate nella lotta a terra (jiu jitsu brasiliano No-Gi, luta livre brasiliana e catch wrestling).
Il grappling quindi è una parte fondamentale delle Mixed Martial Arts (MMA), sport di combattimento in cui è consentito sia colpire che lottare. Le MMA (nate in Brasile e originariamente chiamate Vale Tudo) diventarono popolari a livello internazionale negli anni 90 grazie ai primi tornei americani UFC dove si confrontavano combattenti di diversi stili per individuare l’arte marziale o lo sport di combattimento realmente più efficace. Gli spettatori di tutto il mondo rimasero colpiti nel vedere come gli esperti delle discipline che oggi costituiscono il grappling prevalevano facilmente sui loro avversari non colpendoli con pugni e calci, ma portandoli a terra e costringendoli ad arrendersi con strangolamenti o con leve articolari e senza provocargli alcun danno fisico. Fu una grande rivoluzione nel campo delle arti marziali e degli sport di combattimento: fu possibile finalmente rendersi conto di quali erano le arti marziali veramente efficaci in un combattimento reale e quali erano solo bufale vendute, spesso a caro prezzo, da impostori e truffatori che sfruttavano l'ignoranza e la credulità dei praticanti. Grazie alle MMA quindi si sono riuscite a smascherare le arti marziali-truffa ossia quelle arti marziali che insegnano a difendersi ma senza combattere mai. Le prime competizioni di MMA (in cui si combatteva a pugni nudi e con regole più permissive rispetto ad oggi) dimostrarono: 1) che tutte le arti marziali che non prevedono competizioni agonistiche (es. wing tsun, krav maga, ecc...) sono completamente inefficaci in un combattimento reale (per il principio: senza combattere non si può imparare a combattere). Ci fu un dominio assoluto delle arti marziali e degli sport di combattimento che prevedono competizioni agonistiche (lotta, jiu jitsu brasiliano, luta livre, judo, thai boxe, kick boxing, boxe, ecc...) rispetto alle arti marziali che non prevedono competizioni agonistiche. 2) che gli atleti delle discipline di striking (dove si combatte con pugni e calci) erano rapidamente sconfitti nei combattimenti con gli atleti delle discipline di grappling per una serie di ragioni tra cui le principali sono: l'assenza dei guantoni (ottenere il ko con un colpo a mani nude è più difficile e senza la protezione dei guantoni le mani possono fratturarsi quando si colpisce), la maggiore forza fisica dei lottatori e l'assoluta incapacità degli strikers nel combattimento corpo a corpo sia in piedi che a terra.
Ci descriva una lezione tipo
Una prima parte di riscaldamento con esercizi propedeutici, una seconda parte in cui si provano alcune tecniche spiegate dall’Insegnante e poi tanta tanta tanta lotta.
Pensa che la sua arte sia un valido sistema di difesa personale, e se lo è in che modo ?
Sono convinto che il Grappling sia uno dei migliori sistemi di difesa personale esistenti.
Le MMA infatti hanno dimostrato che il Grappling, tra tutte le arti marziali e gli sport di combattimento, è il sistema più efficace per il combattimento reale a mani nude e per la difesa personale. E' il miglior metodo di difesa personale anche perchè permette di imparare a difendersi senza farsi male ed in particolare, essendo una lotta che si svolge prevalentemente al suolo, è per le donne il miglior metodo di difesa personale contro le violenze sessuali. Infine proprio per la sua particolarità di insegnare a neutralizzare l’avversario senza ferirlo è ottimo per l’addestramento degli operatori di polizia che hanno il difficile compito di difendere se stessi e gli altri ma senza provocare danni fisici agli aggressori.
Si sente un maestro di vita ?
Io cerco di essere solo un buon Maestro di Grappling. Nel mondo delle arti marziali però ho purtroppo constatato che esiste una particolarità non presente in altri sport ossia che ci sono molti insegnanti truffatori e venditori di fumo e molti insegnanti farabutti che sfruttano la debolezza psicologica dei loro allievi per plagiarli e diventare i loro maestri di vita. Non ho mai trovato un maestro di vita o un truffatore tra gli insegnanti di altri sport come il basket, il tennis, il nuoto, ecc… Questo mi porta a pensare che alcune persone deboli psicologicamente si rifugiano nelle arti marziali per superare le loro insicurezze. Il maestro davanti a tali soggetti ha una grande responsabilità, sapendo che ha una forte influenza su di loro, deve sforzarsi di essere un buon esempio. Il consiglio che poi mi sento di dare alle persone che cercano un maestro di vita nelle arti marziali è di andare da uno psicologo che sicuramente è più competente di un maestro di arti marziali.
Io nel mio piccolo cerco di rafforzare lo spirito critico nei miei allievi, ossia la capacità di pensare e ragionare con la propria testa, qualità essenziale per diventare uomini maturi. Gli consiglio di non seguire in modo acritico né maestri di vita né la massa ma di essere mentalmente liberi. Comunque non mi piacciono quei maestri di arti marziali che plagiano a tal punto i loro allievi da farli diventare dei soldatini che eseguono i loro ordini. Per me lo sport è solo sport, e non mi piace chi fa entrare nello sport la politica, la religione, l’esoterismo, la filosofia, il militarismo. Secondo me sbaglia chi fa della propria arte marziale/sport di combattimento una religione. Secondo me sbagliano quei tradizionalisti che, per difendere la loro arte marziale/sport di combattimento dalla concorrenza di altri stili, si chiudono a riccio e denigrano le altri arti marziali/sport di combattimento. Come è stato dimostrato dalle MMA con il confronto tra i diversi stili le arti marziali crescono e migliorano. La paura del confronto deriva dalla paura di perdere qualcosa (prestigio, denaro, potere). I miei consigli sono: diffidate dei maestri che insegnano a combattere senza aver mai combattuto; diffidate dei maestri che vendono a caro prezzo cinture, gradi, qualifiche, titoli o diplomi; diffidate dei maestri che vi chiedono continuamente soldi, tanti soldi, per insegnarvi la loro arte marziale.
Un commento sulle arti marziali di oggi
Per fortuna l’avvento delle MMA ha fatto un po’ di pulizia nel mondo delle arti marziali. Oggi è sicuramente più difficile per un maestro di arti marziali poter dire io conosco il colpo segreto, io sono imbattibile, perché ci sono le MMA, c’è youtube, c’è internet e …… le bugie hanno le gambe corte.
Progetti per il futuro ?
Come Presidente della Federazione Italiana Grappling spero di riuscire a divulgare e a far crescere il più possibile il Grappling in Italia. Conoscendo la mentalità italiana so che non è un lavoro facile ma ci metterò tutto il mio impegno e ringrazio di cuore tutte le persone (non le elenco perché sono troppe) che mi stanno aiutando in questo progetto.
"questa intervista ed altre sono individuabili sul sito martial art philosophy"
http://www.martialphilosophy.tv/index.php/component/content/article/92-saverio-longo
Iscriviti a:
Post (Atom)