giovedì 23 luglio 2009

Brazilian Jiu Jitsu

R. Gracie e J. Danaher traduzione di Mario Puccioni

Il Brazilian Jiu-Jitsu era sconosciuto al di fuori della sua patria sino alla sua esplosione di popolarità sulla ribalta mondiale negli anni '90. La reazione iniziale della comunità marziale nei confronti di questo stile sino ad allora incognito fu come minimo controversa. Basandosi su principi morali ed estetici alcuni rifiutarono l'idea di sfide e competizioni tipo Mixed Martial Arts (: incontri con regole minimali). Altri invece annunciarono che gli eventi di MMA non erano nient'altro che interessanti show con poco a che vedere in merito al combattimento reale, dato che veri scontri coinvolgono più assalitori, armi, pavimenti di cemento e cose del genere.
Tra i molti artisti marziali che accettarono la validità dei match MMA come un'importante prova della efficacia in combattimento, emerse una grossa dose di confusione in merito al più vincente stile di combattimento -il Brazilian Jiu-Jitsu. Molte persone notarono la verosimiglianza tra le tecniche del Ju Jitsu tradizionale e quelle del BJJ, in particolare alcune tecniche di sottomissione e di posizionamento al suolo sopra l'avversario. Su questa base, alcuni erroneamente capirono che il Brazilian jiu-Jitsu fosse nient'altro che una sottospecie del Ju Jitsu tradizionale. Questa confusione iniziale non fu aiutata dalla condivisione di molta terminologia da parte delle due arti.
E' importante comprendere che ci sono grossissime differenze tra il BJJ e il JJ tradizionale, ben al di là della lettera di differenza nel nome! Il fatto che il BJJ avesse avuto un tremendo successo nelle competizioni MMA, non replicato poi dal JJ tradizionale, è un chiaro segno che il Brazilian Jiu-Jitsu possiede importanti elementi tecnici e di combattimento assenti nel Ju Jitsu tradizionale. Poche persone sono state in grado di articolare il ragionamento per iscritto, cosa che ha condotto a una diffusa convinzione sul fatto che le vittorie del BJJ vendicassero l'onore di tutti gli stili di Ju Jitsu.
E' dunque necessario una precisa descrizione delle differenze tra i due sistemi. Quando chi scrive affronta l'argomento, si finisce spesso a delle insulse descrizioni del BJJ quale "sistema di combattimento al suolo" o che usa semplicemente in maniera più efficace il principio di leva e le tecniche del JJ. Nonostante una parziale verità di certe asserzioni, le reali differenze sono ben più profonde.
Ma prima di esaminare le differenze, iniziamo con ciò che unisce entrambi.
Per prima cosa, tutti i sistemi di JJ possiedono un chiaro intento ideologico nell'uso di una tecnica efficiente per sconfiggere la forza bruta.
Secondo, andando a ben vedere ci sono molte tecniche classiche -finalizzazioni, proiezioni e via discorrendo- che sono parte integrante di entrambi BJJ e JJ tradizionale. Nonostante ciò, le differenze tra BJJ e JJ sono notevoli, e le vediamo adesso nel dettaglio.
Strategia di posizionamento
La più importante differenza tra le due arti è l'uso di una raffinata strategia di posizionamento che è unica al BJJ. Questa strategia di posizionamento affonda le sue radici nelle esperienze registrate nei veri combattimenti effettuati dai Gracie mentre erano impegnati negli allenamenti e negli scontri reali all'epoca degli anni cruciali allo sviluppo di quest'arte. Abbiamo visto che il punto cruciale di questa concezione è: quando due persone si scontrano in combattimento, c'è un vasto numero di posizioni che essi possono occupare relativamente l'uno all'altro. Alcune di queste posizioni danno un vantaggio al combattente, altre svantaggi e certe sono più o meno neutrali. Per esempio, se una persona impegnata in uno scontro fosse in grado di porsi dietro il suo avversario, avrebbe un rilevante vantaggio posizionale e potrebbe colpirlo con efficacia, mentre l'altro mal potrebbe rispondere a sua volta a una persona che gli sta da tergo. Dunque, è cosa di buon senso per un combattente far di tutto per finire dietro l'avversario nel corso di uno scontro. Il far questo accresce notevolmente la possibilità di una persona di rendersi pericolosa abbassando allo stesso tempo grandemente le chanches di essere feriti dall'altro uomo.
Un efficace controllo della posizione è pure collegato a un'altra cruciale abilità di tutti gli stili di JJ, cioè l'abilità di terminare lo scontro per mezzo d'una presa di sottomissione.
Il JJ tradizionale possiede un vasto arsenale di prese di sottomissione ideate per costringere un avversario a cessare la resistenza e arrendersi oppure incorrere nel serio rischio di menomazione o messa in stato d'incoscienza. Molte di queste prese però, sono difficili da applicare efficacemente in combattimento reale per la semplice ragione che l'avversario non è sotto controllo in misura sufficiente quando si prova la presa. La strategia posizionale che è il cuore del Brazilian Jiu-Jitsu incoraggia l'uso delle finalizzazioni soltanto quando un sufficiente controllo dell'avversario è stato conseguito tramite una posizione dominante. Questo è il concetto chiave che permette di darsi buona spiegazione dell'impareggiato successo del BJJ negli scontri 'senza regole' (MMA, sfide interstile o liti reali che siano). Questa strategia di posizionamento è meglio applicabile tramite uno stile marziale di grappling. La ragione è abbastanza ovvia. Al momento che si è afferrato l'avversario, si può indirizzare il suo movimento e perciò detenerlo nella posizione desiderata. Se non lo si contiene, sarà libero di allontanarsi da ogni posizione svantaggiosa per lui.
Il miglior posto dove costringere il movimento di qualcuno è al suolo poiché la maggior parte delle persone non si muove efficacemente al suolo (è un qualcosa che va appreso) e anche perché il peso corporeo può essere usato per atterrare e immobilizzare qualcuno molto più facilmente che in posizione eretta. Questa è ragione per la quale il BJJ sceglie di portare lo scontro nel corpo a corpo stretto -dove cioè si può ottenere una posizione dominante sul proprio avversario- e di lì (se abbiamo ben operato) si può condurre lo lotta al suolo, laddove una posizione dominante può essere mantenuta. Nonostante il BJJ abbia un ampio numero di mosse nel suo repertorio, tutte possono essere fatte rientrare in due ampie categorie:>br> 1-quelle che permettono al combattente di attuare la strategia di avanzare da una posizione a un'altra più dominante (tecniche dette di posizionamento)
2- quelle che consentono al combattente di finire velocemente ed efficientemente lo scontro (tecniche dette di sottomissione o finalizzazione)
In generale, accade che le tecniche di posizionamento conducano un combattente all'opportunità di piazzare delle finalizzazioni. Il controllo posizionale offre a una persona le condizioni ottimali per applicare delle prese di sottomissione mentre allo stesso tempo si limita abbondantemente la possibilità dell'avversario di piazzarne lui a sua volta. Vista così, l'attenzione per la posizione di solito è maggiore che per la finalizzazione.
Questo è l'essenziale della strategia posizionale che forma il nocciolo strategico del Brazilian Jiu-Jitsu. Andiamo adesso oltre e vediamo le altre cruciali differenze tra BJJ e JJ tradizionale.
Metodologia d'allenamento
Il secondo elemento in ordine d'importanza nel BJJ e ciò che lo separa dagli stili tradizionali è la metodologia d'allenamento che esso impiega per insegnare la sua strategia posizionale e le sue tecniche agli allievi. Questa è stata ereditata da Maeda, che fu uno degli studenti di punta di Kano e che fece del allenamento reale (randori) la base del suo metodo d'allenamento.
Il JJ tradizionale viene appreso quasi esclusivamente attraverso i kata, dei set precostituiti di movimenti in serie applicati su un partner interamente cooperante. Non c'è contatto durante le simulate tecniche percussive e l' '"avversario" si muove passivamente insieme alle tecniche. Opposto a ciò, il BJJ possiede un modo di allenarsi molto vicino a quello del Judo. E' basato su tecniche applicate a un compagno che resiste e che a sua volta fa di tutto per applicare le sue tecniche e ottenere la vittoria. Questo è un vero sparring lottatorio (grappling). Durante questo sparring, gli allievi acquisiscono la cruciale abilità di applicare le loro tecniche di grappling su qualcuno che non coopera e che contrattacca con le sue azioni.
Come si può immaginare, questo è molto più difficile che lavorare tramite kata prearrangiati. Per assicurare la sicurezza durante questo sparring reale, gli allievi non possono applicare i colpi -anche se invero quelli che si preparano per incontri MMA si mettono i guanti e aggiungono anche i colpi- e chiaramente non possono utilizzare ditate agli occhi, strattoni ai capelli, colpi ai genitali o altre tattiche di questo tipo che si vedono negli scontri da strada. La pratica mostra, comunque, che l'aspetto del combattimento riguardante la lotta è il più determinante in uno scontro reale. Allenandosi in queste tecniche di grappling per mezzo di giornaliere sessioni di sparring, gli allievi lavorano costantemente sull'elemento più importante di una rissa tramite un approccio che assomiglia molto a come lo applicherebbero nel vero combattimento. Usando solo l'accorgimento di piccole modifiche rispetto a scenari da combattimento in strada (tattiche sleali), lo studente di Brazilian Jiu-Jitsu può facilmente fare il passaggio da una seduta di allenamento a un vero alterco. La stessa strategia posizionale e gli stessi movimenti, uniti a solide abilità di finalizzazione guadagnatesi in duri scontri quotidiani in palestra, permettono il rinomato successo del BJJ nel combattimento reale.
Ma va notato che esistono significative differenze tra il randori di Judo e quello di BJJ. Molti stili di grappling proibiscono certe tecniche di sottomissione, mentre lo sparring del BJJ è piuttosto libero da limitazioni. Per esempio, il Judo acconsente solo a leve al gomito e strangolamenti. Il Sambo proibisce invece gli strangolamenti e la Lotta Olimpica qualunque tipo di tecnica di finalizzazione. Il BJJ permette praticamente qualunque tipo di presa di sottomissione insieme a strangolamenti e soffocamenti; così i praticanti divengono abili a difendere l'intero panorama delle finalizzazioni. In più, l'allenamento viene fatto con il gi (kimono) e senza. Quindi gli adepti sono esposti al più vasto panorama di variabili d'allenamento.
Sistema di punteggio
Il cuore della metodologia d'allenamento del BJJ è nell'uso di un sistema a punti (che è lo stesso usato nelle gare di BJJ) progettato per rispecchiare la realtà di un vero scontro. Abbiamo in precedenza notato che una volta che la rissa ha inizio i due avversari possono sforzarsi di assumere una certa posizione rispetto all'altro. Queste posizioni possono essere concepite in una gerarchia: si va da quelle molto buone a quelle pessime. Il sistema di punteggio del BJJ assegna punti all'atleta ogni volta che passa a una posizione migliore: più è valida la posizione più punti vengono assegnati. Ma se l'atleta fugge da una brutta posizione non gli vengono dati punti per quello -dato che è semplicemente il suo dovere. Per esempio, in un combattimento reale, se riusciamo a ottenere una aderente posizione di controllo alle spalle del nostro avversario, è chiaro che abbiamo un considerevole vantaggio perché da lì è difficile per lui applicare una finalizzazione e ancor più colpirci, mentre per noi è agevole tra una varietà di percussioni, soffocamenti, strangolamenti, leve alle braccia, leve cervicali e via discorrendo. Questo lampante vantaggio posizionale otterrebbe punti con il sistema di punteggio del BJJ. Conquistare una posizione di controllo di spalle all'avversario fa infatti segnare il punteggio massimo (4 punti).
Differenze tecniche
Altre notevoli differenze esistono tra il JJ tradizionale e il BJJ. A differenza del BJJ, il JJ conserva molte tecniche che non potrebbero essere usate in gara o nello sparring. Per esempio, molti dei colpi più utilizzati dal JJ sono diretti ai genitali, occhi e altre zone sensibili del corpo umano; inoltre si insegnano molte tattiche sleali quali mordere, tirare i capelli, pestoni e roba del genere. Nel BJJ mancano del tutto certe tattiche, infatti ogni tecnica di BJJ può essere utilizzata in un regolare match di MMA. Oltre a rimuovere tutte le tecniche che non possono essere praticate a piena potenza su un avversario non-cooperante, c'è stata una revisione su larga scala di tutte le tecniche da parte dei maestri di BJJ. Ciò è avvenuto in parte anche per via della corporatura minuta di alcuni dei più importanti membri della famiglia Gracie. Mancando di altezza e forza, essi furono costretti a ricercare il più efficace uso del leveraggio e della biomeccanica al fine di far rendere al meglio le tecniche. Il risultato è una significativa riprogettazione delle tecniche tradizionali. Ad esempio, il BJJ pone una chiara enfasi sulle tecniche che fanno uso dei grandi gruppi muscolari del corpo umano (gross-motor-movement) in rigoroso contrasto con i movimenti basati sugli apparati muscolari più piccoli, che coinvolgono delicate e precise manipolazioni, tipo uso di mani e dita (fine-motor-movement). Roteare una mazza da baseball rappresenta un buon esempio di comune uso del gross-motor, mentre infilare la cruna di un ago del fine-motor.
Molte delle più importanti soluzioni del Ju Jitsu tradizionale si basano sul fine-motor-movement. Ad esempio, molte tra le tecniche in piedi di leva al polso, leva alle dita e affondi agli occhi -così prevalenti negli stili tradizionali di JJ- necessitano di assoluta precisione delle dita delle mani. Però certe delicate variazioni (fine-motor) sona davvero difficili da ottenere durante una concitata e stressante azione di combattimento reale. Pensiamo un po' a come sarebbe infilare un ago mentre il cuore impazza e si è nel bel mezzo di una tempesta adrenalinica! Nel pieno di uno scontro i movimenti basati sui grandi gruppi muscolari (gross-motor) sono molto più facilmente impiegabili con successo. E' per questa ragione che molte delle tecniche centrali del JJ sono o assenti o molto poco importanti nel BJJ.
Quando si paragona il BJJ al JJ, diviene presto evidente che il BJJ è molto più simile nella forma ad altri stili di lotta che al JJ tradizionale. Ciò non sorprende guardando alla genealogia del BJJ. Maeda, il combattente giapponese che insegnò a Carlos Gracie, fu per lungo tempo praticante di JJ tradizionale, ma divenne allievo del Judo di Jigoro Kano a 18 anni e infatti fu nel Judo che Maeda davvero eccelse, scalando rapidamente le gerarchie degli anziani del Kodokan. Era di livello così alto che fu scelto da Kano per la rappresentativa di Judo spedita in Nord America. Questo era un onore concesso solo ai migliori maestri e combattenti del Kodokan, e mostra chiaramente quanto alto fosse il rispetto di cui godeva Maeda presso i suoi collegi e insegnanti. Maeda era stato influenzato pesantemente dai metodi di allenamento di Kano, che erano centrati sullo sparring reale (randori) e sull'influsso delle tecniche di lotta al suolo che erano entrate nel Judo dopo la sconfitta patita col Fusen Ryu JJ. E' obbligatorio far comprendere che il Judo odierno è assai diverso da quello di prima del 1925, quando era molto meno limitato nel regolamento e nell'intervento arbitrale. La lotta a terra (ne waza) all'epoca era molto più importante di adesso, così tanto da determinare gli incontri di Judo e far imporre da Kano un amplissimo cambiamento nelle regole per impedire che la lotta al suolo dominasse completamente nel Judo.
Da allora numerose aggiunte alle limitazioni e ai regolamenti del Judo hanno progressivamente eroso la quantità di grappling veramente permessa nelle gare, e questo per una varietà di cause. Per prima cosa, Kano aveva nette aspirazioni olimpiche per il suo sport (poi realizzate nel 1964) e la preoccupazione per l'interesse del pubblico potrebbe avergli fatto limitare l'uso del ne waza. Il risultato è stata una caduta d'interesse dei judoka per la lotta al suolo, dato che le attuali regole rendono poco profittevole sprecare fatica nell'allenamento del ne waza.
Ma c'è una importante eccezione a questo trend generale. Una particolare diramazione del Judo - il Judo Kosen- ha sempre rigettato la pressione a enfatizzare le tecniche di proiezione a scapito della lotta a terra. Nelle gare di Kosen è quasi sempre la lotta a terra a decidere l'esito degli incontri. Se esiste un'altra arte marziale a cui il Brazilian Jiu-Jitsu assomiglia, questa è senza dubbio il Judo pre-1925, che esiste solo nelle poche organizzazioni di Judo Kosen sopravvissute a tutt'oggi.
L'unico stile di Ju Jitsu tradizionale con cui il BJJ ha strette connessioni è il Fusen Ryu, che fu un diretto precursore del Kosen. Il Fusen però è praticamente scomparso dopo essere stato assimilato dal Judo. Le somiglianze tra il Kosen e il BJJ sono largamente maggiori di quelle tra BJJ e JJ tradizionale.
http://www.team-centurion.com/articoli/differenze.php

mercoledì 22 luglio 2009

Cos'è il Sanda

Il Sanda è uno sport da combattimento cinese uno-contro-uno. Visto a volte come uno stile indipendente, è considerato uno dei componenti delle Arti marziali cinesi. Il termine Sanda è il più antico e il più usato, anche se il termine ufficiale stabilito dal governo cinese è Sanshou.Come sport, competizioni di Sanda vengono svolte durante i campionati di wushu, affiancate dalle competizioni di taolu (forme). Per la sicurezza dei partecipanti, durante gli incontri di Sanda non sono ammessi colpi con il gomito, con il ginocchio, strangolamenti e leve articolari. È invece possibile sconfiggere l'avversario buttandolo letteralmente fuori dal tappeto, tramite spinte, colpi o proiezioni. Ai combattenti è permesso di stare corpo a corpo solo per 4 secondi (in realtà questo dato varia da federazione a federazione). Se nessuno dei due riesce a liberarsi o a proiettare l'avversario a terra, l'arbitro interrompe il clinch.
La maggior parte delle competizioni di Sanda vengono svolte su di una pedana rialzata chiamata Leitai, e i combattenti indossano protezioni alla testa (caschetto), al torace (corpetto), alle mani (guantoni) e alle gambe (paratibie), ai genitali e alla bocca.
Durante gli incontri di Sanda sono permessi i colpi di pugno, di calcio, e le proiezioni a terra. Questo per quanto riguarda il Sanda dilettantistico. In Cina vengono organizzati tornei chiamati "King of Sanda" che vengono svolti su di un ring simile in tutto e per tutto a quelli usati per il pugilato occidentale, in cui i combattenti indossano come protezione solamente i guantoni e possono usare, oltre ai pugni e ai calci, anche i colpi di ginocchio. Alcuni di questi atleti di Sanda partecipano anche ad altri tornei di combattimento tra cui il K-1 e lo Shoot Boxing. A volte hanno successo, specialmente nelle competizioni di Shoot boxing, in cui il regolamento è simile a quello del Sanda.Il Sanda è una sorta di Kickboxing: posizione di guardia alta (simile alla boxe). Per le tecniche di pugno, si usano i normali diretti, ganci e montanti, più altre forme di pugno più rare. Per quelle di calcio, normali sono calci circolari, laterali, frontali. Nelle gare ufficiali si proteggono la testa, il torace con un corpetto, i pugni con dei guantoni e le tibie. Tutto il corpo è bersaglio valido, tranne le ginocchia che non si possono colpire, pena la squalifica.Dopo un iniziale periodo di studio, i contendenti si attaccano, generalmente prima con tecniche di calcio (più lunghe) e poi di pugno, a distanza più ravvicinata. Infine, tentano la presa bassa (dietro le cosce) e la proiezione (l'avversario viene sollevato, oppure semplicemente atterrato). Generalmente i round durano tre minuti. Origini:
I combattimenti di Sanda si possono vedere ormai durante qualsiasi gara o manifestazione relativa al Kung Fu Wushu e sta conoscendo la via del professionismo soprattutto negli USA. Le sue origini si perdono nelle antiche scuole di Wushu cinesi, esistenti dalla notte dei tempi delle arti marziali.La nascita di questa arte marziale si può retrodatare all'epoca della società primitiva. Per ottenere le risorse necessarie alla sopravvivenza, la gente imparò, pian piano, la lotta con il pugno e il calcio, a proiettare a terra l'avversario con l'uso delle gambe ed altre tecniche.Durante il periodo delle Primavere e degli Autunni e degli Stati Combattenti (720 a.C. - 221 a.C.), lo scambio culturale tra le popolazioni fu molto fiorente, così come le influenze delle vari stili di arte marziale.Le prime gare marziali furono quelle del Lei Tai, termine con il quale siamo soliti indicare la piattaforma rialzata dove si svolgono i combattimenti: i due contendenti si affrontavano applicando le tecniche più efficaci apprese durante la pratica, a mani nude oppure anche con armi, con l'obiettivo di mettere ko l'avversario. Purtroppo gli incontri spesso causavano gravi menomazioni fisiche o a dirittura la morte di uno dei contendenti.Dalla dinastia Song (960 d.C. - 1279 d.C.) alla dinastia Qing (1644 d.C. - 1911 d.C.), seguendo il movimento contadino e le organizzazioni segrete, nacquero molte società che si dedicavano agli esercizi marziali. Era necessario scambiare le esperienze tramite la concorrenza marziale, esistevano diversi tipi di famiglie e diverse tecniche di lotta, tra la popolazione le gare sul Lei Tai erano molto diffuse. Nei giorni di festa un combattente organizzava un "palco" e accettava le sfide di ogni altro combattente, i partecipanti non avevano bisogno di registrarsi in anticipo. Il combattimento era inteso come una forma popolare per socializzare, al tempo erano molte anche le donne che si dedicavano agli esercizi di Sanda.Pare che durante i campionati cinesi di Wushu del 1928 a Nankino (Cina Orientale) si svolsero sul Lei Tai dei combattimenti di una tale brutalità che ai 12 finalisti fu proibito di combattere per non rischiare di perdere la vita. Per questo motivo negli anni '60 il governo cinese diede il mandato ai più grandi Maestri della Cina di riorganizzare l'enorme patrimonio tecnico del Kung Fu Wushu e fu così che, dopo estenuanti trattative, nacque il Sanda che oggi conosciamo: uno sport completo, marziale, e da allora, non violento. Infatti furono sancite regole ben precise, molto severe atte ad evitare che gli atleti si potessero ferire, così permettendo ad ogni scuola di esprimere la loro esperienza e capacità.Sanda ModernoI combattimenti uno contro uno hanno una storia molto lunga in Cina, e sono stati chiamati con nomi diversi, come Xiangbo, Shoubo, Chaishou, Qiangshou, Jiji e Daleitai. Come parte però dei moderni sport da competizione e da combattimento a contatto pieno, il Sanda ha una storia relativamente breve.Nel marzo 1979, la Commissione Nazionale per lo Sport della Cina (CNSC), la più alta organizzazione sportiva ufficiale cinese, decise che tre istituti (Zhejang Provincial Sports Training Center, Bejing Physical Education University e Wuhan Physical Education College) dovevano iniziare a sperimentare il Sanda come sport da competizione. A causa della mancanza di pubblicità prima di allora, il Sanda non aveva tecniche e metodi di allenamento standardizzati, e soprattutto non aveva un regolamento. I tre istituti scelti per sviluppare lo sport Sanda dovevano formulare delle regole, criteri di giudizio e metodi di allenamento, nonché di pubblicizzare il Sanda come sport in Cina.Nel Maggio 1979, i tre istituti presentarono il Sanda in pratica durante una gara nazionale di Wushu a Nanning, nella provincia di Guangxi. Contemporaneamente, vennero organizzati altri esperimenti in altre località e province. Durante il meeting nazionale dell'ottobre 1979, il CNSC organizzò la prima performance pubblica di Sanda e gli atleti vennero selezionati dagli istituti di Zhejang, di Pechino, e della provincia di Hebei. La performance consistette non solo di tecniche, ma anche di esercizi di allenamento. Dal maggio 1980, vennero costituite molti altri istituti di Sanda, e fecero tutti una dimostrazione ai campionati nazionali di Wushu a Taiyuan. Nello stesso periodo, l'Università di Educazione Fisica di Pechino teneva competizioni sperimentali di Sanda per i propri atleti con lo scopo di migliorare l'esperienza degli organizzatori e dei giudici.Nell'ottobre 1980, il CNSC chiamò esperti dai tre istituti iniziali per formulare un regolamento da competizione. Nel maggio 1981, le università di Pechino e di Wuhan tennero per la prima volta in pubblico una competizione sperimentale di Sanda ai campionati nazionali di Wushu a Shenyang. Nel gennaio 1982, il CNSC organizzò una Conferenza Nazionale per le Regole del Sanda, per decidere il regolamento ufficiale. I sei istituti invitati furono: Pechino città, Università di Pechino, provincia di Shandong, provincia di Hebei, provincia di Guangdong, e Università di Wuahn.Dalla reintroduzione del Sanda alle prime competizioni ufficiali, un periodo di circa tre anni, il CNSC spese una grossa somma di denaro e coinvolse centinaia di atleti ed esperti di arti marziali per promuovere lo sport Sanda. Finalmente, nel gennaio 1982, furono stabilite le regole ufficiali, i criteri di giudizio e i metodi di allenamento. Dopo circa 30 anni di silenzio a causa dell'instabilità politica della Cina, il Sanda era finalmente rinato. Pechino tenne i primi campionati nazionali ufficiali di Sanda nel novembre 1982, la competizione si svolse su un cerchio di nove metri di diametro, che verrà poi modificato in un più tradizionale quadrato rialzato chiamato Leitai. Anche il regolamento è stato in seguito leggermente modificato, in modo da rendere le regole più dettagliate.Come parte delle Arti Marziali Cinesi, il Sanda sta attirando attenzione da ogni parte del mondo, con sempre più atleti e nazioni coinvolte in questo sport.EtimologiaAnticamente il Sanda era conosciuto anche con i nomi di Xiangbo (lotta contro l'altro), Shou-Bo (lotta con le mani), Bian (impetuosità), Baida, Shou-zhan.Il termine Sanda significa letteralmente "pugni liberi", viene spesso inteso come la possibilità di colpire liberamente il proprio avversario, ma può essere meglio tradotto con "combattimento libero". Questo modo di chiamare la Boxe Cinese è tipico del Nord della Cina ed è un vocabolo molto in uso nelle scuole europee e africane.Esponenti famosiAlcuni combattenti di Sanda, famosi soprattutto negli Stati Uniti, sono Cung Le, Rudi Ott e Marvin Perry. Tra gli esponenti cinesi più famosi troviamo Liu Hailong e Yuan Yubao.

Il tutto è tratto da wikipedia

venerdì 17 luglio 2009

Che cos'è il grappling? from rio grappling club wordpress

Qui di seguito riporto l'articolo nella versione originale from rio grappling club wordpress

What is Grappling?
Grappling by definition, in martial arts, is any style or mix of styles that comprises techniques that rely on grabbing and controlling the opponent using body leverage as a way of achieving the supremacy through throws and take downs, pins and submissions, as oposed to “striking” martial arts that focus on knocking out and/or hurting the opponent.
Common examples of striking martial arts are Box, Muay Thai, Karate, Tae-kwon-do, Kickbox and Savate. Styles that can be qualified as grappling martial arts are Judo, Brazilian Jiu Jitsu, Sambo and Olympic Wrestling, among some others.
Some martial arts clubs train both striking and grappling, and in Mixed Martial Arts is fundamental to be a good grappler as well as a striker.
However, in the Rio Grappling Club schools, we are focused mainly in the grappling styles as we believe them to be more refined and less dangerous to one’s health than the striking ones. As a matter of fact, one can train in a safer way if sparring on grappling, without coming back home with bruises, injuries and black eyes caused by intentional blows.
No martial art is totally free from accidental injuries, though, but grappling styles tend to minimize them by smart training and use of mats and other protection and prevention from excessive force during sparring.
Some striking styles avoid contact as a way to prevent injuries but this water down their effectiveness as martial arts.
Martial arts were designed in the past to prepare one for real combat, but nowadays this need is a lot smaller than in the past due to the evolution of our societies and the effectiveness of the weapons available as no martial art can turn someone bullet proof, so more and more the martial arts are becoming sports where combat is performed under a set of rules that can vary greatly from style to style.
In the Rio Grappling Club we train extensively Brazilian Jiu Jitsu and its variation without Gi as well as Judo and Olympic Wrestling as we think those styles blend together very nicely.

giovedì 16 luglio 2009

Storia del Grappling

Il jiu-jitsu brasiliano e il catch wrestling possono essere considerati gli antenati del grappling.

Il catch fu molto popolare negli USA durante gli ultimi anni del diciannovesimo secolo e i primi anni del ventesimo secolo. I combattimenti si svolgevano in un ring e duravano fino a quando un combattente sottometteva o immobilizzava il suo avversario.
Il jiu-jitsu brasiliano ha reso nuovamente popolare l’arte della sottomissione negli anni 90 focalizzandosi principalmente sul combattimento a terra. Il jiu jitsu brasiliano nacque in Brasile grazie alla famiglia Gracie ed è una evoluzione degli insegnamenti di Mitsuyo Maeda, un esperto judoka giapponese e membro del Kodokan di Jigoro Kano, che si trasferì in Brasile nel 1914.





Dagli anni 90 le Mixed Martial Arts (MMA) contribuiscono ad aumentare la popolarità degli stili di lotta con sottomissioni.


Nel 2003 fu costituita negli USA l’associazione internazionale di submission wrestling (ISWA) per sviluppare e gestire il grappling come sport amatoriale internazionale. I membri fondatori hanno passato tre anni provando e sviluppando le regole dello sport del grappling prima che la FILA (Federazione Internazionale delle lotte associate) le adottasse nel 2006. Unendosi alla FILA, l’ISWA si è trasformata nel Comitato Mondiale di Grappling (WGC). Il Grappling oggi è governato dal Comitato Mondiale di Grappling della FILA che ha come scopo lo sviluppo e la promozione di questo sport in tutto il mondo al fine di ottenere la sua inclusione tra gli sport olimpici. In Italia il Grappling è gestito dalla Federazione Italiana Grappling (FIGR) su delega della Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali del CONI (FIJLKAM). Tratto dal sito http://www.figr.it/
Federazione Italiana grappling